La povertà è un disturbo della personalità, una disarmonia che va trasmutata come una qualunque altra forma di sofferenza e di emozione inferiore.
Talvolta la personalità si identifica a tal punto con il senso perenne di povertà, che la persona ne va orgogliosa, fino ad ergerla come virtù da mostrare e di cui andar fieri
Il senso di povertà rende la persona dipendente da qualcosa o qualcuno che attraverso l’identificazione lo facciano sentire ricco. La povertà è una forma di schiavitù in cui è la persona stessa ad abbellirsi la gabbia.
Come ho specificato in dettaglio nell’articolo sulla ricchezza: risparmio o parsimonia?, la povertà è un aspetto della manifestazione di un attaccamento della personalità, è inoltre uno stato di coscienza.
Il povero è anche colui che, pur avendo molti danari è povero interiormente. Vive da povero, il suo scopo è ‘fregare’ il prossimo, quindi se stesso e arrivare sempre primo
Sentirsi poveri significa sentirsi vuoti, manca sempre qualcosa: l’amore, i soldi, la pazienza, il lavoro ‘giusto’, la vincita al gioco, la squadra che vince il trofeo. Un insoddisfazione costante e un rumore di fondo che presagisce un disagio coscienziale.
Alcuni ”sintomi del disturbo di povertà” sono:
- Furbizia
- Cuore chiuso
- Ricerca di approvazione
- Lamento
- Noia
- Rabbia repressa
- Mente affollata di pensieri
- Mancanza di quiete
- Attaccamento a qualcosa o qualcuno
- Bisogno di riconoscersi in qualcosa per essere qualcuno.
Spesso si manifestano in contemporanea.
Anche nel Magnificat, inno sacro enunciato da Maria nei Vangeli, si cita quanto segue: ‘’Dio disperde i superbi, rovescia i potenti dai troni, manda i ricchi a mani vuote, innalza gli umili e sazia quanti hanno fame’’
Come ripeto spesso, per umiltà non si intende povertà. L’umiltà è un emozione superiore che può scaturire solo da un apertura di cuore.
L’umiltà è l’ottava alta dell’arroganza.
Spesso vi è anche la manifestazione dell’arroganza nel disturbo da povertà.
Con il termine ricchi nel passo del Magnificat, non ci si riferisce ai possessori di beni materiali in quanto tali, bensì a coloro che hanno accumulato ricchezze inique, sfruttando i più deboli.
La povertà è sempre un effetto collaterale di un disagio vissuto più profondamente, ma come sapete è anche una grande occasione per l’evoluzione dell’anima.
L’occasione che vi permetterà di mettere in atto il Risveglio della coscienza e di portare il disagio che provate sotto la luce della Presenza e dell’attenzione!
Il mondo risponde sempre alle vibrazioni che emettete, perché risuona con il vostro livello di coscienza, per questo il mondo che avete attorno parla di chi siete e non di chi vorreste essere (differenza di ottava)
Risvegliandovi a voi stessi potrete riassaporare il gusto di vivere invece che di accontentarvi di sopravvivere; solo a questo punto e con il cuore aperto non vi mancherà mai nulla (anche di materiale) che sia necessario per la vostra evoluzione animica.
Affi-datevi alla vita, che non sbaglia mai!
Maria Sara D’Agostini
”Serva di Dio” aeternum
La perfetta salute e il pieno Risveglio sono in realtà la stessa cosa
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